

Ogni anno la città di Ottaviano (Na) nella prima decade di Maggio organizza sontuosi festeggiamenti in onore del Patrono della città San Michele Arcangelo, Santo per il quale gli Ottavianesi nutrono una fede e un amore davvero particolare. Giornata clou dei festeggiamenti l’8 Maggio, giorno in cui si ricorda l’apparizione dell’Arcangelo Michele, quando a mezzogiorno la veneratissima ed antica statua del Santo viene portata in processione per le vie del paese seguita da tutto il popolo proveniente anche dai paesi limitrofi. Particolarità della processione è il tradizionale “Volo degli Angeli” che si svolge nelle 4 piazze principali del paese dove due bambini, issati attraverso carrucole, intonano al Santo il suo tradizionale inno ed invocano la sua protezione sulla città. La processione viene accompagnata dallo sparo di numerose BATTERIE organizzate dai rioni e da privati. I festeggiamenti si concludono con la tradizionale gara pirotecnica notturna che richiama ogni anno, ad Ottaviano, molti appassionati.

Ma perché si celebra l’8 maggio?Cos’è la “diana”? E il “volo degli angeli”?
l 15 aprile 1663 nell’assemblea dei “deputati e cittadini” gli Ottajanesi, dopo aver stipulato con il principe Giuseppe I un “capitolo” fondamentale per regolare i rapporti tra la comunità e la famiglia Medici e per sistemare, con criteri di straordinaria modernità, l’economia del territorio, stabiliscono di consacrare l’8 maggio alla “festa solenne” di San Michele, “ che questa nostra Città per sua particolare devozione sempre ha tenuto e tiene per suo particolare Protettore”. Dunque il giorno del Patrono non è più il 29 settembre, ma l’ 8 maggio: gli Ottajanesi adottano il calendario del culto del Gargano, che l’8 maggio celebra la miracolosa apparizione di San Michele. Influirono sulla decisione le relazioni commerciali sempre più intense che i Medici e i loro agenti strinsero, in quegli anni, con i mercati del grano e della lana del Tavoliere, controllati, per quote importanti, dai Guevara di Bovino, la famiglia della suocera di Giuseppe I.. Giuseppe I scelse come suoi agenti per i mercati di grano pugliesi i Duraccio, che a lungo condussero “l’officina dei maccheroni”, la “maccaronaria”, alla Taverna del Passo, di cui i Medici erano proprietari. Per questa loro attività i Duraccio meritarono il privilegio di organizzare la Festa di San Michele e di riservare ai ragazzi della famiglia il ruolo di “angeli” nel “volo” che si svolge durante la processione. I rapporti tra Ottajano e il santuario di San Michele sul Gargano venne confermato, nella seconda metà del ‘600, da Tiberio Guastaferro, ottajanese di piazza San Giovanni, che era il “principe” dei predicatori Girolamini e che donò ai suoi concittadini una statua dell’ Arcangelo scolpita in pietra del Gargano.
La “diana” pirotecnica apre il giorno della Festa: una lunga “batteria”, stesa a terra, sale, di esplosione in esplosione, verso la Chiesa del Patrono, e il susseguirsi dei botti è accompagnato da una folla rumorosa e entusiasta, che vorrebbe che la catena non si interrompesse mai. La “diana” caratterizza molte feste patronali, e il suo nome è collegato al latino “dies”, il giorno, proprio perché “esplode” all’alba e avverte tutti che inizia il giorno sacro al Patrono. La caratteristica della “diana” ottajanese sta nel fatto che sale verso la Chiesa e dunque anche verso la Montagna, e perciò mette in fuga con il suo strepito l’invidia maligna dei demoni contro cui combatte San Michele, e inoltre protegge la città dalla minacciosa presenza del Vesuvio. A metà degli anni ‘80 la “diana” era un evento in crisi: ma mi hanno raccontato che un gruppo di soci del Circolo “A.Diaz”, Angelino Ragosta, Peppe Miranda, Aniello Coppola, Renato e Ciro D’ Alessandro, Michele Romano e Michele Del Giudice, attuale presidente del sodalizio, diedero nuovo vigore alla tradizione e introdussero il rito della “mangiata di fave” che si svolgeva alla fine della “diana” a casa di un ospite generoso: il rito della “mangiata” oggi si celebra davanti a una salumeria storica di Ottaviano, la “Auricchio”, diretta da Michele e da suo figlio Gennaro.

Anche il “volo degli angeli” caratterizzò, ancora nel secondo Ottocento, quasi tutte le feste patronali del territorio: oggi la manifestazione si svolge a Ottaviano e a Giugliano. Uno storico ottajanese ha scritto che gli angeli si alzarono in volo nella nostra città per la prima volta durante la Festa del 1861: in realtà ci sono documenti d’archivio che attestano che il “volo” si tenne in due piazze di Ottajano già nel 1849. Dopo l’unità d’Italia, i prefetti tentarono di impedire lo svolgimento di un rito che attirava troppa gente dai Comuni della provincia e della Campania Felice e provocava problemi di ordine pubblico. Il 29 settembre del 1864 Michele de’ Medici riuscì a convincere il prefetto Serpieri che il “volo” non era la causa di furti e di risse, gli ricordò che la festa dell’8 maggio di quell’anno era stata “muta e squallida” proprio perché non si era celebrato il rito del “volo” e chiese che il permesso venisse concesso per la processione del 2 ottobre. E il prefetto disse di sì. La lettera del Medici conferma che negli anni ’60 dell’’800 si svolgevano due processioni di San Michele: una l’8 maggio, l’altra, il 29 settembre, che raggiungeva spesso anche il quartiere della “Zabatta e Recupe”. Nel 1947 e nel 1953 l’attacco al “volo degli angeli” venne condotto dai vescovi di Nola, che vedevano nel rito la presenza di elementi “pagani”. Ma la risolutezza del sindaco Aurelio Trusso e del sindaco Enrico Iervolino fece sì che la Curia nolana e i sacerdoti ottavianesi rispettassero il valore della tradizione: questa storia è già stata raccontata sul nostro giornale.
Non è facile descrivere l’intensità del silenzio e l’emozione con cui gli Ottavianesi accolgono il Santo Patrono quando compare sulla soglia del portale della Chiesa: è un muto colloquio, e in quei momenti di profonda suggestione scorrono le immagini del passato, il ricordo di chi non c’è più, gli impulsi della speranza e della paura, e San Michele “’o piccirillo”, donato da Luigi de’ Medici, appare agli Ottavianesi come un invincibile gigante.
Fonte:
https://www.ilmediano.com/ottavianofesta-di-san-michele-perche-si-celebra-l8-maggio-la-diana-il-volo-degli-angeli/